Un altro breve articolo, questa volta sul grande equivoco che esiste tra Tecnica e Tattica.
TECNICA Vs TATTICA : LA SCIENZA VINCE SEMPRE
Sempre più spesso, nel linguaggio comune e nei contesti formativi, si tende a confondere o addirittura a mischiare i concetti di tecnica e tattica. In realtà, questi due termini esprimono dimensioni profondamente differenti: orbitano nello stesso sistema, ma rappresentano pianeti distinti.
Le ragioni di questa confusione sono molteplici. Alcune sono semplici, come la scarsa conoscenza della materia. Altre sono più complesse, legate a modelli didattici errati, a procedure istituzionali cristallizzate e a una proliferazione globale di corsi erogati da istruttori improvvisati, formatori istituzionali non aggiornati ed in generale con una limitata conoscenza della materia da un punto di vista scientifico. Spesso, infatti anche qualifiche e titoli ufficiali istituzionali si rivelano contenitori vuoti, incapaci di trasmettere una tecnica solida, ma anzi tramandando errori e cattive abitudini per generazioni e generazioni.
Uno dei motivi principali è che, in questa industria, domina un approccio empirico, superficiale e approssimativo a una materia che invece richiede metodo, dati, ricerca e riscontri oggettivi. La conseguenza è una contaminazione continua, amplificata dai social media, che diffonde a livello globale informazioni prive di qualsiasi fondamento scientifico.
Per comprendere dove e perché si generi questa confusione, occorre definire con chiarezza i due termini.
LA TECNICA
Letterariamente, la tecnica è “l’insieme di regole su cui si fonda la pratica di un’arte, di una professione o di qualsiasi attività, manuale o intellettuale, così come vengono applicate e seguite.”
Nel nostro campo, tuttavia, questa definizione è riduttiva.
Quando parliamo di armi da fuoco e performance umana, ci riferiamo a un sistema composto da quattro elementi fondamentali: il soggetto (bio-software e bio-hardware), lo strumento (arma da fuoco), il target e l’ambiente.
La tecnica è la capacità di correlare questi elementi all’interno di una matrice scientifica. È metodo, studio, sperimentazione. È l’insieme dei processi biomeccanici, neurocognitivi e fisiologici che trasformano un principio in gesto riproducibile. Non deriva da qualifiche militari o istituzionali, non nasce in un contesto operativo, non si eredita per tradizione e non coincide con lo sport.
Lo sport, infatti, rappresenta una bellissima declinazione della tecnica ma fortemente indicizzata ed ottimizzata per elevare al massimo la performance tecnica in gara, massimizzata per un unico ambiente, il poligono di tiro. Per quanto estrema, la tecnica sportiva è quindi limitata al contesto in cui nasce.
La tecnica pura, invece, è universale, portabile, indipendente dall’ambiente: può vivere da sola, senza alcuna necessità di essere legata alla tattica.
LA GENESI DELLA TECNICA
Ogni tecnica nasce da una matrice neutra, costruita su due componenti: il bio-software, ossia la neurocognizione, la percezione, i tempi di risposta e l’elaborazione delle informazioni, e il bio-hardware, ossia la biomeccanica, la struttura corporea e le capacità motorie.
Da questa matrice si sviluppa un processo in quattro fasi.
1) L’analisi scientifica, che consiste nello studio dei principi fisici, fisiologici e cognitivi che regolano il movimento.
2) Lo sviluppo tecnico, che si traduce nella codifica del gesto attraverso parametri oggettivi come angoli, tempi, pressioni e sincronizzazione.
3) Il consolidamento neuro-motorio, che avviene attraverso la ripetizione strutturata e che consente di trasferire la tecnica dalla dimensione cognitiva alla memoria procedurale.
4) Infine, l’applicazione adattiva, che è la capacità di trasferire la tecnica a scenari differenti senza alterarne la matrice scientifica.
Questa sequenza è ciò che rende la tecnica scienza autonoma, neutra, asettica, indipendente da fattori esterni.
LA TATTICA
Se la tecnica è la scienza, la tattica è l’arte applicativa: “l’arte di applicare le tecniche più efficaci in base alle circostanze per ottenere un vantaggio rispetto a un obiettivo.”
La tattica è sempre derivata e non può esistere senza una tecnica solida che la sostenga. Un’arma impugnata senza tecnica non è altro che la correlazione inefficace e potenzialmente pericolosa tra un soggetto e uno strumento complesso. Una tattica priva di tecnica si riduce a coreografia, utile a generare consenso visivo ma priva di sostanza operativa.
La tattica non è mai universale, ma sempre indicizzata. Dipende dal terreno, dall’ambiente fisico, dalle dinamiche sociali, culturali e perfino criminali. Richiede conoscenza del contesto, dati, casistica e capacità di pianificazione. È quindi uno strumento utile, ma subordinato, che vive della linfa fornita dalla tecnica.
IL PROBLEMA DELL’INQUINAMENTO DELLA TECNICA
Troppo spesso, nel settore, si assiste alla contaminazione della tecnica con la tattica. Accade nel privato e nel civile, ma anche in contesti istituzionali e militari.
Nel mondo istituzionale, la confusione nasce spesso dall’equivalenza errata tra tecnica e procedure: invece di adattare la procedura alla tecnica, si deforma la tecnica per piegarla alla procedura, generando incompatibilità che si traducono in incapacità operative.
Nel privato e nel civile, la ragione è ancora più evidente. La tattica consente un approccio empirico e superficiale, accessibile a chiunque. Non richiede conoscenza scientifica, non impone riscontri oggettivi.
È sufficiente un canale YouTube per proporsi come istruttori, diffondendo tattiche improbabili e spacciandole per tecnica efficaci. Il risultato è un settore saturo di metodi improvvisati, che non costruiscono competenze ma illudono un’utenza priva di strumenti per verificare l’efficacia reale.
Essere un istruttore LE o un operatore MIL non significa possedere o masterizzare la tecnica, né avere una tecnica solida e corretta. La tecnica non si misura né tantomeno si ottiene con qualifiche o attraverso i gradi, ma solo attraverso un processo di formazione specialistico, basato su studio ed estrapolazione di dati verificabili, come i neuro-feedback o i bio-feedback.
In oltre due decenni di esperienza diretta intorno al globo, ho visto operatori di altissimo profilo atteggiarsi da “superstar” e performare da semplici mediocri. Perché? Perché la tecnica non dipende dall’etichetta, ma solo da ciò che è scientificamente è stato creato e strutturato .
Conclusioni
La Tecnica è scienza, struttura, fondamento.
La Tattica è applicazione contestuale, adattamento e pianificazione.
La prima è universale e autonoma, la seconda è contingente e derivata.
Confondere i due piani significa compromettere la formazione e l’efficienza operativa.
La regola rimane immutabile: la tattica non può esistere senza la tecnica, mentre la tecnica può e deve esistere senza la tattica.
La tecnica non si può fingere: o la si possiede, o non la si possiede.
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Fonti scientifiche
Schmidt, R. A., & Lee, T. D. (2019). Motor Learning and Performance. Human Kinetics.
Magill, R. A., & Anderson, D. (2017). Motor Learning and Control: Concepts and Applications. McGraw-Hill.
Kahneman, D. (2011). Thinking, Fast and Slow. Farrar, Straus and Giroux.
Ericsson, K. A., et al. (1993). The Role of Deliberate Practice in the Acquisition of Expert Performance. Psychological Review.
LeDoux, J. (1996). The Emotional Brain. Simon & Schuster.
Nibbeling, N., Oudejans, R. R., & Daanen, H. A. (2014). Effects of anxiety on handgun shooting behavior of police officers. Anxiety, Stress, & Coping, 27(2).
Wilson, M. (2002). Six views of embodied cognition. Psychonomic Bulletin & Review.