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ITA – Proteggere per Vedere, Vedere per Decidere: Il Valore Strategico degli Occhiali Balistici di Nuova Generazione

Oggi inauguro una nuova serie di articoli dedicati all’equipaggiamento moderno e alle nuove esigenze operative che caratterizzano la mia professione.
Ogni giorno ricevo decine di messaggi da persone che mi chiedono informazioni sugli strumenti che utilizzo: dalle caratteristiche tecniche ai brand, dai materiali consigliati fino ai suggerimenti pratici su come sfruttare al meglio l’equipaggiamento in maniera corretta ed efficace.
Per questo ho deciso di avviare un percorso tecnico in cui parlerò degli strumenti di ultima generazione che impiego quotidianamente nel mio lavoro.
Questo è il primo articolo della serie: nei commenti fatemi sapere quale aspetto dell’equipaggiamento vorreste che approfondissi nei prossimi.
Proteggere per Vedere, Vedere per Decidere: Il Valore Strategico degli Occhiali Balistici di Nuova Generazione
Un Pilastro Assoluto dell’Equipaggiamento Moderno
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Introduzione
Ci sono aspetti che, nella mia professione di specialista sul campo e soprattutto di istruttore professionale internazionale, non sono mai stati negoziabili. Uno di questi è la protezione degli occhi.
In oltre tre decenni di attività sul campo, tra incarichi in ambienti complessi e spesso non permissivi e formazione professionale svolta ai massimi livelli internazionali, ho trascorso la maggior parte della mia vita e della mia professione lavorando con le armi da fuoco. Negli anni, sono stato colpito accidentalmente o meno sul corpo e sul viso da schegge, frammenti di proiettile, camicie di proiettile, cartucce da caccia spezzate calibro 12, detriti urbani sollevati da detonazioni, residui di cariche esplosive per breaching, flash bang e persino bossoli di nastri di mitragliatrice.
Eppure, nonostante tutto questo, i miei occhi non hanno mai subito danni. La ragione è semplice. Ho sempre indossato occhiali tecnici protettivi, senza eccezioni e senza compromessi, scegliendo esclusivamente strumenti professionali della massima qualità.
Chiunque lavori con le armi da fuoco conosce bene questa verità. Basta un istante per perdere tutto. Un rimbalzo, un frammento metallico, una scheggia invisibile a occhio nudo ma capace di provocare lesioni devastanti. Dopo la vita stessa, gli occhi sono il bene più prezioso da proteggere e il rischio che li coinvolge è costante, concreto ed elevato.
Senza un’adeguata protezione, anche un semplice inceppamento mal gestito, un malfunzionamento meccanico, una cartuccia difettosa o il rimbalzo di un detrito possono trasformarsi in un pericolo estremo. L’uso di strumenti tecnici professionali come gli occhiali balistici, neutri o con lenti protettive filtrate, non è solo un presidio di sicurezza essenziale per qualsiasi attività con le armi da fuoco, ma è anche uno strumento capace di migliorare esponenzialmente le prestazioni tecniche, sia in addestramento che in contesti reali.
Vista e visione: due dimensioni da non confondere
Il primo aspetto da analizzare per iniziare a comprendere l’importanza di questo tipo di strumento per la qualità e il livello della prestazione tecnica è cogliere la differenza tra vista e visione.
La vista è una funzione biologica. Rappresenta la capacità dell’occhio di ricevere stimoli luminosi e trasformarli in impulsi elettrici che raggiungono il cervello. È un processo sensoriale di base legato alla struttura anatomica dell’occhio, alla retina, ai fotorecettori, alla messa a fuoco del cristallino e alla capacità di discriminare forme, colori e contrasti. In altre parole, la vista è il meccanismo attraverso cui percepiamo l’ambiente esterno.
La visione, invece, è molto di più. È un processo cognitivo complesso, l’elaborazione attiva di quelle informazioni da parte del cervello. È ciò che ci consente non solo di vedere un oggetto, ma di interpretarlo, discriminarne i dettagli e collocarlo in un contesto. La visione è l’insieme delle funzioni neurocognitive che integrano la percezione visiva con memoria, attenzione, esperienza e capacità decisionale.
Per l’essere umano, la vista è il senso dominante. Circa l’83% dell’interazione con l’ambiente avviene attraverso essa. Ancora più rilevante, studi neurocognitivi dimostrano che fino al 98% dei processi decisionali rapidi si basano su stimoli visivi. Questo significa che la nostra capacità di discriminare un dettaglio, di mettere a fuoco un particolare, di riconoscere una minaccia o di leggere un cambiamento nell’ambiente può determinare la differenza tra un’azione efficace e un errore irreversibile.
Quando si parla di prestazione con le armi da fuoco, questo diventa cruciale. La qualità della visione influenza direttamente la capacità decisionale e reattiva, i tempi di reazione, la precisione e la capacità di discriminare una minaccia da un ostacolo o da una presenza non ostile. È qui che le lenti tecniche fanno la differenza. Esse non solo proteggono l’occhio da impatti, schegge, detriti e agenti ambientali come vento, sabbia e polvere, ma migliorano anche la qualità della visione, ottimizzando contrasto, regolando la luminosità, riducendo l’abbagliamento e permettendo una messa a fuoco più rapida anche in condizioni difficili, come ambienti urbani interni, veicoli delle forze dell’ordine o scenari con illuminazione variabile.
Vista e visione, quindi, non sono la stessa cosa. La prima è un fatto biologico, la seconda un traguardo cognitivo. E per chi lavora con le armi, comprendere questa differenza significa proteggere non solo i propri occhi ma la propria capacità di decidere, reagire e sopravvivere. Perché su un singolo stimolo visivo potremmo dover prendere decisioni complesse e irreversibili, delle quali resteremo responsabili per tutta la vita.
Discriminare i dettagli: la chiave del decision making rapido
Discriminare un dettaglio significa letteralmente determinare la differenza tra una risposta efficace e un errore irreversibile.
Nel tiro e nell’impiego professionale delle armi da fuoco, la capacità di mettere a fuoco rapidamente, di adattarsi a condizioni di luce variabili, di riconoscere sagome o micromovimenti nell’ombra è ciò che consente di decidere in millisecondi.
La visione non è mai neutrale. È influenzata da luce, abbagliamento, riflessi, umidità, persino dalle variazioni cromatiche di un ambiente urbano notturno illuminato da fari o luci artificiali. Per questo l’uso di occhiali tecnici protettivi non è solo una barriera fisica contro schegge e frammenti, ma un vero e proprio amplificatore sensoriale.
Sono sempre stato convinto che siano i dettagli a fare quasi sempre la differenza, ed è per questo che in tutto ciò che faccio cerco di indagarli al massimo. Ritengo quindi possa essere utile e forse interessante sapere quali caratteristiche e aspetti tecnici cerco personalmente nei miei occhiali professionali.
Tecnologie delle lenti: protezione e visione al servizio della performance
Il compito di una lente professionale non è solo fermare, ma anche aiutare a vedere meglio nel mondo reale.
Gestione della luce e dell’abbagliamento. Lenti filtrate ben progettate riducono l’abbagliamento e la luminanza diffusa, migliorano il rapporto segnale/rumore e quindi la discriminazione dei dettagli. Evidenze sperimentali dimostrano che specifiche tonalità possono migliorare la sensibilità al contrasto e i tempi di reazione. In particolare, i filtri gialli in certe condizioni di luce possono accelerare la risposta e aumentare il contrasto, sebbene la scelta debba sempre essere individuale e legata al compito. Polarizzazione e trattamenti antiriflesso contribuiscono anch’essi a una percezione più “pulita” in presenza di forte luminanza.
Esempi pratici di tipologie di lenti per filtro cromatico e ambiente.
⚪️Trasparenti per condizioni di scarsa luminosità o indoor, addestramenti serali o notturni o lavoro sotto luce artificiale.
🔘Grigio neutro per luminanza diurna intensa senza alterazioni significative dei colori.
🟠 Bronzo, rame o ambra per enfatizzare il contrasto sagoma-sfondo e la definizione dei contorni in controluce o foschia. La scelta deve essere guidata dal compito e validata sul campo.
Caratteristiche essenziali. Elevata definizione luminosa, con lenti trasparenti anti-appannamento garantite anche in ambienti artificiali saturi di umidità, aria condizionata, respiratori e maschere, soprattutto in veicoli. Filtri selettivi, con lenti colorate come ambra, bronzo o tecnologia CAPTIVATE™, capaci di aumentare contrasto e comfort visivo, consentendo di distinguere sagome in controluce, abbagliamento o scarsa luminosità. Protezione e veri standard balistici, con occhiali conformi ad ANSI Z87.1+ o MIL-PRF-32432A, testati contro frammenti ad alta energia e per esigenze tecniche e operative complesse.