IL FOCUS E LE SUE CONDIZIONI
Iniziamo col dire che, quando parliamo di Focus o condizioni focali non ci riferiamo ad eventuali deficit visivi o alle problematiche che questi possono creare, ma alla naturale capacità che il nostro cervello ha tramite gli occhi, di mettere a fuoco e correlare uno o più elementi all’interno del nostro campo visivo a distanze variabili.
Questa, oltre ad essere una capacità del tutto soggettiva e quindi variabile da soggetto a soggetto, se traslata nel campo del tiro può generare delle condizioni specifiche che ovviamente vanno oltre quelle che sono le capacità visive che applichiamo nella vita di tutti i giorni.
Quando parliamo di tiro con arma da fuoco, infatti, parliamo della correlazione tra quattro elementi fondamentali: tiratore, arma, bersaglio, ambiente.
Come detto e spiegato più volte, questi quattro elementi danno origine a 3 interazioni assolute, il FOCUS si inserisce nella seconda, ovvero tra il binomio Tiratore – Arma da fuoco e il terzo elemento, il Bersaglio. Se analizzassimo il ruolo della messa a fuoco nel tiro con arma da fuoco escludendo le piattaforme di tiro a lunga distanza che solitamente utilizzano strumenti ottici specifici, ci troveremmo apparentemente ad analizzare la correlazione tra i nostri occhi, le mire (qualunque esse siano) e il bersaglio.
Tuttavia, ciò non sarebbe del tutto vero e corretto, infatti, come la vista che, oltre a essere il nostro senso principale, con l’83% di interazione con l’ambiente, determina, pianifica e migliora anche il nostro movimento, anche in questo caso la messa a fuoco e le sue condizioni influenzano massicciamente la biomeccanica del tiro ed in generale il movimento funzionale che ci viene richiesto soprattutto in fase dinamica.
Per capirci meglio, un individuo, anche senza alcun deficit visivo, potrebbe avere difficoltà a mettere a fuoco un elemento comune ai due campi visivi o a mettere più di un elemento in correlazione focale.
Uno degli errori più comuni commessi dagli Allenatori quando erogano l’allenamento è quello di sottovalutare o curare le condizioni focali tramite “trucchi”. Questo può in qualche modo alleviare i problemi che ne derivano, ma questo, oltre ad essere solo un mero palliativo, creerà profonde cicatrici e contribuirà ad aumentare l’entità del problema, fino a raggiungere il punto in cui non ci saranno più “trucchi” utili e ci troveremo a dover affrontare la dura realtà, quando ormai potrebbe essere troppo tardi per cambiarla.
Le Condizioni Focali legate all’arma da fuoco, possono essere raggruppate in 4 tipologie principali:
DOMINANZA LIEVE: Tendenza naturale ad allineare l’arma da fuoco all’occhio dominante. Questa è la condizione di base, quella che comprende il maggior numero di soggetti, non è una condizione problematica, non comporta distorsioni o contrazioni dei muscoli facciali, richiede entrambi gli occhi aperti. Questa condizione può però cambiare per vari fattori e passare a quella successiva, quella Marcata. Soprattutto per i soggetti maschi con l’avanzare dell’età potrebbero ritrovarsi un giorno ad avere la loro condizione focale trasformata in una negativa e più complessa. Ciò significa che per mantenere questa condizione e per evitare un deterioramento della nostra messa a fuoco, dovremmo applicare il ciclo 8-2, cioè ogni 8 sedute di allenamento regolari e con entrambi gli occhi aperti, due dovrebbero essere fatte indossando i normali occhiali protettivi che si usano al poligono di tiro ma con la lente dell’occhio dominante coperta (si può usare qualsiasi cosa che non danneggi la lente e non tocchi l’occhio che deve rimanere aperto sotto gli occhiali).
Questo serve non solo a rinforzare l’occhio non dominante, impedendogli di diventare “debole”, ma anche a ridurre il più possibile lo spazio tra i due occhi, che è la ragione principale della mutazione della nostra condizione focale.
DOMINANZA MARCATA: Tendenza ad allineare l’arma da fuoco sull’occhio dominante e contemporaneamente la necessità di chiudere l’occhio opposto. Per chi ha questa condizione, questo è l’unico modo per evitare di soffrire di uno split focale quando si devono correlare 2 o più elementi presenti nel campo visivo, come nel caso del mirino e del bersaglio o quando si applica la trigonomia completa: mirino posteriore (Not Focus), mirino anteriore (Focus) e bersaglio (Focus/Not focus dipende dalle condizioni e se è un Red Dot).
Questa è una condizione che crea seri problemi, come la perdita del 50% del FOV (Field Of View) unita ad una riduzione della visione periferica del FOV dell’occhio aperto (dominante). Inoltre, può creare danni a più livelli e quindi quando possibile va risolta. Applicando un allenamento Focale mirato e un allenamento Neurovisivo specifico si risolve al 90-95%.
DOMINANZA CROCIATA LIEVE: Questa è una condizione che si verifica quando la mano/lato dominante e l’occhio dominante sono opposti, ad esempio mano destra dominante occhio sinistro dominante o viceversa. Questa condizione è abbastanza facilmente rilevabile durante l’analisi focale che dovrebbe essere fatta da ogni allenatore professionista, in quanto comporta la rotazione esterna della testa a seconda di quale occhio è dominante. Questo, oltre a creare problemi simili alla precedente, altera la biomeccanica della posizione e del movimento, ciò significa che sia in fase statica che dinamica avremo una significativa alterazione dei nostri assi di riferimento. Questa è una condizione che deve essere risolta ma qui il lavoro è più costante e le possibilità di successo sono inferiori rispetto alla precedente. Tuttavia, ci sono strumenti che possono essere utili sia in fase di applicazione che in allenamento. Il lavoro di allenamento Neurovisivo e di Focus è assolutamente importante ed è essenziale che venga svolto con estrema competenza.
DOMINANZA CROCIATA MARCATA: Come per la precedente, anche questa è una condizione che si verifica quando la mano/lato dominante e l’occhio dominante sono opposti, ad esempio mano destra dominante occhio sinistro dominante o viceversa. La differenza con quella LIEVE però è che questa volta non basta più variare l’asse della testa per ridurre il disturbo di uno dei due occhi, questa volta la testa è quasi completamente ruotata verso l’esterno o in alcuni casi più gravi addirittura, il soggetto ruota la testa e chiude l’occhio non dominante. Questo tipo di dominanza crea danni a tutti i sistemi e su ogni piano di lavoro, soprattutto con il passare del tempo.
Questa delle quattro è sicuramente la più grave ed è anche la più difficile da correggere, tuttavia anche in questo caso con un adeguato allenamento Neurovisivo ed un enorme lavoro Focale da parte del soggetto può essere risolta o quantomeno ridotta.
Non sottovalutare le tue condizioni focali, non fidarti di chi ti propone dei “trucchetti” lo fa perché evidentemente non conosce abbastanza il soggetto, non fidarti di chi ti dice che non contano niente perché non hai idea di quanto siano fondamentali le competenze visive in generale ma soprattutto in questo campo. Fai attenzione a non confonderti o perderti nel fatto che a distanza ravvicinata non hai il tempo o il modo di usare le mire e quindi la messa a fuoco è un problema relativo, perché non funziona così.
Allenati duramente ma allenati in modo intelligente!