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ITA – Distanza e Tecnica: L’Equilibrio che Forma (o Deforma) il Tiratore.

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Distanza e Tecnica: L’Equilibrio che Forma (o Deforma) il Tiratore.

Introduzione: La Distanza è un parametro tecnico e non tattico

Uno degli errori più comuni, che ho affrontato più volte, è quello di confondere o mischiare la tattica con la tecnica. A tal proposito, se vi interessa l’argomento, potete trovare sia un video che un articolo in cui affronto questo tema.

Quando parliamo di arma corta e, soprattutto, di utilizzo difensivo o professionale della stessa, per logica e buon senso, parliamo di distanza contenuta. Pensare di utilizzare un’arma corta a distanze superiori ai 25 o 30 metri in un centro urbano è semplicemente insensato, tanto quanto raro da un punto di vista della casistica, e richiederebbe realmente condizioni e ragioni estreme.

Le Statistiche ci mostrano l’applicazione reale del Parametro DISTANZA

Le statistiche ci offrono un quadro oggettivo: secondo i dati forniti dal Federal Bureau of Investigation (FBI), che nel corso degli anni ha condotto vari studi e ricerche basati sui report dei vari dipartimenti, in media il 44% degli agenti è stato colpito a una distanza inferiore a 1,5 metri, il 21% tra 1,8 e 3 metri, e solo il 35% oltre i 3 metri. Su una campionatura randomica di 237 conflitti a fuoco si è visto che il 98% degli scontri in cui viene impiegata un’arma corta avviene tra 0 e 7,5 metri, con una netta concentrazione tra 0 e 4,5 metri.

Tuttavia non è però questa la ragione per cui si inizia a sparare a distanze estremamente limitate .
Lo si fa perché le strutture meccaniche e biomeccaniche del tiro, ovvero la TECNICA , si costruiscono a step incrementali, partendo da distanze molto contenute .

Distanza e Movimento: non sono parametri asettici

La distanza, come il movimento, è un parametro che deve essere gestito con molta attenzione, cautela e competenza.
La distanza però non è un parametro asettico, ma risente di variabili dipendenti da ognuno degli elementi fondamentali messi in relazione: il tiratore, la piattaforma, il target e l’ambiente.

Il Tiratore:
Se un tiratore neofita, che non ha ancora costruito e consolidato le basi tecniche della meccanica e biomeccanica del tiro, utilizza male il parametro distanza, ad esempio superando i 15/18 metri, questo può risultare addirittura controproducente e ritardare enormemente la costruzione delle strutture meccaniche.

La Piattaforma:
L’arma da fuoco è una macchina termo-balistica che produce energia. A seconda delle sue caratteristiche strutturali e meccaniche, può influire in modo significativo nell’interazione con la distanza.
Altro elemento fondamentale è la tipologia di organi di mira che la piattaforma monta, in quanto questi condizionano notevolmente l’acquisizione del target, la precisione, la velocità di acquisizione e la percezione dell’errore.

Il Target:
Il target è l’elemento che più direttamente determina l’interazione con la distanza, e lo fa per due fattori essenziali: le sue dimensioni e la sua condizione statica o dinamica.
Modificare le dimensioni del target consente di cambiare il livello di difficoltà e la lettura biomeccanica dell’errore, senza dover aumentare la distanza.

L’Ambiente:
L’ambiente è un altro elemento che può influenzare l’interazione con la distanza. Basta pensare alla luminosità e a quanto questa incida sulla visione del target o più in generale, al tipo di ambiente e alle condizioni in cui interagiscono tiratore, piattaforma e target.

Micromeccanica e Precisione: Dove Nasce la Vera Struttura della DISTANZA

Quando parliamo di DISTANZA è importante capire un passaggio fondamentale: non si costruisce la meccanica del tiro con la distanza, ma la distanza con la meccanica del tiro.
La struttura della tecnica infatti si costruisce da 0 a 10-15 metri e lo si fa utilizzando target di dimensioni e tipologie variabili.
La micro-meccanica, ovvero il perfezionamento ulteriore del gesto, quello che rende solide le strutture, lo si lavora da 0 a 5-7 metri e si utilizzano target di dimensioni estremamente contenute.
Per un neofita, sparare oltre i 15/18 metri è assolutamente controproducente se prima non è stata costruita una struttura meccanica solida.
La distanza è un moltiplicatore di errori, ma anche un grande inquinante diagnostico, soprattutto nelle prime fasi di sviluppo dei fondamentali.

Per fare un esempio, colpire un target di 5mm a 5m, in modo consistente, è molto difficile, ed è decisamente più complesso ed efficace rispetto al colpire la classica Alpha Zone a 15m o 18m .

FINE PARTE 1